sabato 23 maggio 2015

Da Villafranca del Bierzo a O' Cebreiro: uomo zoppo cammina

Se riesco, faccio un video di come cammina la gente appena arriva all'albergue (io compresa).

Prima tutti Masai,  poi appena arrivati... uno scalino diventa l'Everest.

Una signora prima guardava le scale che scendevano ed era terrorizzata.

Un ragazzo è sceso di culo.
Per risalire non so come abbia fatto.

Un altro invece faceva gli addominali sulle scale.
In media, se in un albergue non c'è la ringhiera per le scale, parte subito la scrittura delle "lamentazioni" e la ringhiera ha un posto nella classifica degli ostelli, molto più in alto della doccia gelata o una camera da 36 con tanto odore di umanità.

La vita è fatta di punti di vista.

Prendiamo i doloretti/doloroni. ...

Nella vita normale, con qualche doloretto non ci pensi proprio a ripartire il gg dopo sapendo che ti farà male quello che hai già ed in più aggiungerai altro alla collezione.

Il dolore e  la  fatica sono la base di questo Cammino.
Certo non ho settimane alle spalle ma qualche gg si, e vedo che gli acciacchi si accumulano.
I vecchi nemmeno li noti più perché lo spazio di attenzione se lo prendono i nuovi.

Dolore e fatica. Eppure questi due aspetti tanto difficili sono sempre accompagnati da bellezza e stupore.

Sempre il maestro di yoga dice: non puoi sapere quanto buono è il dolce se non conosci l'amaro.

Pf lo so, l'amaro di questo cammino è una bazzecola a confronto con quello della vita, ma questo cammino è prima di tutto una grande Metafora.

Qui c'è il successo, la fatica, la bellezza e la bruttezza,  le difficoltà e le vittorie, le delusioni con i successi, la salita e la discesa, il freddo ed il caldo, la compagnia e la solitudine,  il mondo intero e noi con i nostri limiti e pensieri.

È un Bignami della vita.

Vivi seguendo necessità primarie: fame, riposo, sete, dolori e salute, freddo, caldo, sole, pioggia, gelo.

Tutto si ridimensiona a questa piccola ma grande esperienza.

Non so cosa mi porterò a casa.

Mi piacerebbe portarmi a casa la "lentezza", la cura dei dettagli,  ascoltare, osservare ancora di più e avere il tempo per prendermi cura di me.
Probabilmente verrò rifagocitata dalle tangenziali, dalle riunioni, e dallo scegliere come dispensare pezzi di tempo.

Ma questa esperienza non può essere inutile.
Devo assicurarmi che qualcosa, a piccoli passi come ogni giorno si fanno i km qui,  diventi esperienza di vita.

Un pò come 7habits: ogni giorno, ogni giorno fino a che non diventa una tua abitudine.

Meno seria ora.

Stasera vi do un grande annuncio: non mi fa male una chiappa  e tutta la testa. Il resto si. Ahahaha. Ieri erano entrambe le chiappe.

Eppure domani mattina non vedo l'ora di guardare l'alba da questa montagna e sentire l'aria gelida seccare la pelle.

Sentire la vita.

Aaaaaaa. Mi stavo dimenticando una cosa: ho notato che qui la gente esiste per nome. Nessuno vuole dirti che mestiere fa, come si guadagna da vivere,  che problemi ha.

Siamo tutte persone uguali: senza distinzione di ipotetico (seppur stupido) ruolo sociale, aziendale etc.

In 6gg nessuno sa che lavoro faccio, né io so quello dei miei compagni di viaggio temporanei.

È bello anche questo.
Ci si dimentica del ruolo e delle responsabilità: non esisti più perché qualcuno ti ha detto quanti vali come professionista, ma esisti in quanto persona che sta facendo un percorso, qualunque questo sia.

Franci

2 commenti:

  1. Ti prometto che tra un po', quando sarai di nuovo immersa nei tuoi impegni quotidiani, sarò io a ricordarti questi momenti ;)
    Un bacione
    Ivan

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  2. Potresti di tanto in tanto offrirti volontaria come Hospitalera, in questo modo ringrazieresti il Cammino per quello che ti ha dato e contemporaneamente rinfrescheresti la magia del Pellegrino.
    Buen Camino!
    Lorenzo

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