Il mio maestro di yoga (italianissimo di Milano) una volta ci ha detto:
a seconda di come dite e pensate le cose, permettete che si dia adito già al fallimento o meno.
Un esempio che racconto spesso (in realtà me lo sto rivedendo): se il pilota di un aereo dicesse "signori e signore ora tentiamo di atterrare...." quale sarebbe la Vs sensazione?
Eppure non cambia la probabilità di riuscita.
Ma tutti sarebbero nel panico perché si ipotizza di non riuscire.
Il messaggio del pilota è invece molto chiaro: signori e signore stiamo per atterrare... Lo dà per certo... ma certo non è per nulla!!!!
Ecco oggi con me ha funzionato così: sono partita dicendo "sta tappa terribile verso il Cebreiro oggi non la faccio. Mi fa male il tendine del piede. Il tendine d'Achille, il ginocchio....
Mi fermo un paio di paesi prima e faccio in due tappe.
Sisi. Faccio così perché potrei non riuscire. E se... e se...."
Dopo circa 15km dalla partenza ho detto "franci ce la fai sicuro. Vai tranquilla".
Me lo sono ripetuto per un pò...
Poi è iniziata la salita.
Dopo un pezzo davvero sconfortante, in mezzo a melma, escrementi e sassoni da passare, ho detto: "grande Franci. Guarda che costanza. Passo lento ma di quelli simili alle gocce che scavano la roccia".
Oh alla fine franci-sherpa ce l'ha fatta!
Ci ho messo 8 h per fare 30km, ma ce l'ho fatta.
Tutto questo per dire che a volte anche il package del messaggio che diamo è importante.
Ma aggiungo un tema.
La cosa bella qui è che si può fallire senza piangersi troppo addosso.
Semplicemente si può fallire per un imprevisto: un dolore, una caduta,... qualsiasi cosa.
Fallire un obiettivo di tappa qui è molto normale.
Ho altri pensieri ma ora vi lascio.
Ho un bisogno primario: FAME!
una brioche alle 7 e mezzo panino al prosciutto sono poca cosa.
Il contapassi dice: 2400 Cal spese.
Vedo di recuperare qualcuna.
Franci
Forza che Santiago é sempre più vicina. Buen Camino Franci
RispondiElimina