domenica 31 maggio 2015

Finisterre: non importa, basta che la fine sia a Santiago

La fine non è a Santiago.
La fine è a Finisterre.
Il cammino finisce  a Santiago ma la bellezza a Finisterre arriva all'infinito del cielo e del mare.
Qui i pellegrini bruciano o lasciano qualcosa che non vogliono portare indietro.

Anche io l'ho fatto.... ma è un tema personale. ;-)

Questo cammino ti porta necessariamente a fare dei conti con te stesso/a, perché stai tanto lontano da casa, perché ogni giorno hai una città nuova, un letto nuovo,  un posto nuovo da capire, e qualcuno di nuovo con cui parlare.

Sembra una stupidaggine ma ogni giorno un porto è provante. 

Bellissimo ma provante. 

Ti toglie ogni possibilità di stabilizzarti un attimo perché appena capisci qualcosa, hai già lo zaino pronto per ripartire.

E allora vai all'essenziale che possa invece darti stabilità.

Piccole abitudini come mettere il copri sacco a pelo sempre nello stesso posto così lo ritrovi subito, oppure la birretta appena si arriva....

Nonostante i tanti pellegrini questa rimane un'esperienza individuale, sia come fatica fisica, che come pensieri e motivazioni che ognuno porta con sé fino a Santiago o Finisterre.

In questo angolo di terra, dove la bellezza non lascia spazio a null'altro, i pellegrini lasciano qualcosa e non se lo riportano via.

spesso lanciano a mare gli scarponi, o pensieri, libri,  sassi, calze, berretti,  foto, magliette.

oppure le loro intenzioni, dolori, preoccupazioni.

Qui dove la terra sembra finire, vengono lasciate le cose che non servono più alla vita.

In cambio Finisterre ti regala immagini stupende e tramonti o albe sulla scogliera, in cima all'oceano atlantico.

Quale migliore scambio: al posto di qualcosa di non più utile, si riceve bellezza!

Non aggiungo altro. 

Finisterre si è presa ciò che non mi serve più ed in cambio mi ha regalato le immagini che posto qui.

Franci (alla fine della terra)



Botafumeiro e Misa de Peregrinos

Stamattina sono riuscita finalmente a dedicarmi del tempo dentro la cattedrale, sia per visitarla un pò,  sia per provare a fare un pò di silenzio e prendermi un pò di tempo per pregare.

È una dimensione personale che ovviamente interessa me e  non voi, per cui non vi tedierò con questi pensieri.

Tuttavia tre cose voglio raccontarvele.

Prima cosa: tomba di san Giacomo

Ho visitato la tomba di San Giacomo e lì ho lasciato l'anellino di Rosario che da tanto tempo ho con me e che, in questo cammino, è stato un buon compagno di viaggio.
L'ho lasciato lì per motivi che non dico qui,  non serve farlo.
Per me comunque è stato un gesto importante.

Seconda cosa: messa dei pellegrini

Alle 12 messa dei pellegrini. Cattedrale gremita.
Non tutti per la messa.
Molti speravano di vedere il botafumeiro. Alcuni erano cristiani ma non cattolici.
Altri cattolici non praticanti.
Altri cattolici praticanti.
C'era un gran miscuglio, tuttavia l'emozione di essere così in tanti era forte.
Tutti in tenuta mediamente da pellegrino lavato, scarponi consumati, pelle bruciata dal sole, gambe stanche e visi contenti.

All'inizio della messa hanno detto i paesi di provenienza dei pellegrini.
Ogni continente è stato praticamente citato, moltissimi paesi, e quando uno sentiva il proprio paese nominato, si sentiva come il  vincitore della medaglia d'oro alle olimpiadi per il proprio paese.
Bella sensazione.
Messa bella, giusta, emozionante, sobria direi.

Anche io, nel mio piccolo, mi sono messa sul podio dell'emozione di aver fatto un'esperienza importante e di averla vinta, senza nemmeno che ci fosse una gara (come sempre, mi piace vincere facile).

Terza cosa: botafumeiro

Per chi non sapesse cos'è il botafumeiro, non vi preoccupate, non lo sanno in molti.
Si tratta di un grande incensiere che a volte fanno volare da una parte all'altra della cattedrale attraverso alcune tecniche particolari.
Ci tenevo a vederlo perché è una bella esperienza,  tipica dei racconti del Cammino.
Un tempo, si dice che servisse per disinfettare un pò i pellegrini provenienti da ogni parte dell'europa e meno lavati e lindi di quelli di oggi.

Qui temo di non potervi postare il video per cui vi consiglio di andare su YouTube e cercare "botafumeiro". Trovate una collezione di video.
Metterò sicuro una foto.

Comunque la cerimonia di questo botafumeiro è davvero bella, emotivamente forte.
La chiesa si riempie in un secondo di profumo di incenso e tutti guardano stupiti questo grosso incensiere volare sopra la testa dei pellegrini.

È strano. È bello.

Aggiungo una quarta cosa: gli arrivi

Ora mi sono messa seduta sulla piazza della cattedrale dove continuano ad arrivare pellegrini alla spicciolata.
È bello vedere le loro facce emozionate,  la loro fatica nei passi stanchi, il loro riposo denso appena si siedono in mezzo alla piazza.
Solo fino a ieri quella faccia era anche la mia.

È bello accoglierli ed essere interrotta nella scrittura di questo post, perché chiedono foto.

Scusate per questo post più utile a me che a voi, ma sono fotografie per la mia memoria di emozioni.

Franci

Arrivo a Santiago

Mi rendo conto che ieri ero un pò frastornata.

Dopo due settimane che vedi solo zaini, pellegrini, strada, e ti alzi alle 5.30 con lo zaino semi pronto da indossare, parti che è quasi ancora buio, hai tanto da camminare, e ti chiedi se i piedi reggeranno, oggi è tutto diverso.

Il vero arrivo è oggi.
Quando ti sorprendi ad andare in giro senza zaino in spalla, che senti dei tacchi sul marciapiede e ti volti sorpresa di quel rumore, quando giri per la città con l'obiettivo di rimanere, anche se temporaneamente,  quando un pò ci si ferma....

Ecco l'arrivo è oggi.
Dopo l'emozione della fermata.
Dopo aver celebrato la fatica.
Dopo aver vissuto lo stupore.

Oggi è il gg dell'accoglienza.
Arrivare è un pò questo per me, vivere l'accoglienza.

Avviene a casa di amici, dei miei genitori, in qualche posto,  avviene quando abbracci qualcuno, avviene quando vedi qualcuno o qualcosa che ti fa sentire bene, a "casa tua".

Ecco da ieri mi sento un pò abbracciata da questa esperienza e da questa città.

Qui a Santiago i pellegrini sono sfruttati come qualunque altro posto perché sono l'economia di questa zona, ma diversamente da altri posti visti, qui sono rispettati e supportati.
Ad ogni passo è stato così.
La vecchietta che mi ha visto camminare in mezzo alla campagna e mi ha fermato per darmi "un vaso de agua".
Ce l'avevo l'acqua nella borraccia ma quella conteneva una proprietà che si chiama "gentilezza". Quante volte ce ne accorgiamo?

Non è un mondo perfetto questo a Santiago. Anzi.
Ma è un'esperienza che ti permette di ricavarti il tempo per osservare la parte di mondo perfetto che ci scorre ogni giorno sotto gli occhi senza vederlo.
La gentilezza in mezzo alla fatica è come se fosse evidenziata con un pennarello giallo fosforescente. Non puoi non notarla.

Eccomi arrivata qui.
Qualche gg fa uno spagnolo ad un caffè ci diceva: "il cammino finisce a Santiago. Il resto da vedere è come turista".

Oggi ho capito che ha ragione.
Santiago ti accoglie e da qui puoi solo ripartire per un'altra esperienza e fare in modo che questa sia qualcosa di fecondo per altro che si vivrà.

Non ho ancora razionalizzato cosa mi porto a casa.
Ci penserò e quello che potrò ve lo condividerò su queste "pagine".

Nel frattempo grazie per aver condiviso con me parte del mio tempo "lento" di questo piccolo pezzettino di percorso.

Franci  

sabato 30 maggio 2015

Cocciante a Santiago

Lo devo annunciare.
Il Cocciante infermiere è nella mia stanza!!!
È entrato ora chiedendomi se sto bene....

Ora ditemi voi, come faccio a camminare senza farmi beccare??!!
L'albergue è a 4 piani senza ascensore e.... a me è capitato il 4° piano!!!

Franci

Santiago

Sono arrivata a Santiago.
Tutto bene.
Ciao. Franci
....
....
....

Ehiiiiiiiiii sono arrivata a Santiago!!!!!
Cavolo, un pò di entusiasmo!!!!
Quando ho passato la porta di accesso alla piazza, la Gaita galiziana ha suonato per me, per i miei passi.
(Sulle scale di discesa verso la piazza della cattedrale, ci sono dei suonatori di Gaita - una sorta di cornamusa)

È stato emozionante.
Lo stomaco si stringe.
Le lacrime salgono agli occhi e la stanchezza si tramuta in emozione profonda.

Quasi non riuscivo a scendere le scale per il mal di tallone e polpaccio, ma zoppicante ho fatto ogni scalino e mi sono sdraiata in mezzo alla piazza, con lo zaino finalmente non come peso ma come cuscino.

Con Enrico e Marco ci siamo abbracciati.
Foto.
Silenzio.
Abbiamo incontrato altri "pelle" e ci siamo abbracciati anche con loro!!!

È emozionante perché è il termine di tanti km, fatica, sforzo, bellezza, sonno mancato, albe, tramonti, odori,  acciacchi, tante lingue ed usi diversi, tanti "buen camino" detti ai tanti per strada....

Anche il ritiro della Compostela è emozionante!

Boh non riesco a descriverlo.
Per la fretta di arrivare non mi sono nemmeno guardata attorno, camminavo dolorante e con l'unico obiettivo di arrivare alla Cattedrale.

Poi dentro la basilica con lo zaino non ti fanno entrare, ma arrivare alla piazza.... ragazzi che emozione!!!

Vabbeh. Basta raccontarvi sempre le stesse cose.

Lascio due foto in attesa di farne altre più tardi in un giretto senza zaino in centro.

Per la cronaca, trovato ostello ricavato nel seminario minore, 10€ a notte con vista su Santiago a 500mt dal centro.
Prenotato anche per domani (nello stesso ostello non si può stare più di una notte normalmente ma a Santiago si, è il regalo della città ai pellegrini.

Ciao da Santiago.
Todo se comple.

Franci

venerdì 29 maggio 2015

Un post per chi invece ha fatto il tifo

Miiiii
Non posso dedicare un post a chi non mi ha incoraggiato e niente a chi invece mi è stato accanto a fare il tifo.

Allora, grazie a:
Stefi, Silvia, Lina, Elena, Lorenzo, Ivan, Silvia, Lory, Karen, Lucilla, Daniele, Davide, Gimmy (convertito), Manu, Angelo, Max e Patty, Robi, Betty, Sarina,  Franci, Simo, Lalli e Dani, mamma e papà, che non hanno mai avuto il minimo dubbio sulla mia riuscita.
Sicuro di qualcuno mi sto dimenticando e farò la classica figura di 《beep》di quando si dimenticano le persone.

Un grazie speciale a "o caballo" ed il "cumenda" che prima di me, hanno rispettato il mio passo e aspettata per la birretta post camminata.
Sono la fonte del 99% delle risate più belle di questo percorso.

GRAZIE per ogni chiamata, incitazione,  chattino,  saluto e favore.

L'ho detto dal primo post: siete tutti con me. Camminano le mie gambe ma vi ho sempre avuto dietro a spingere.

Mi piace vincere facile!

Franci

Da Ribadiso a Pedrouzo: medaglie di acciacchi

Un'amica ieri mi ha scritto una cosa tipo: sei partita sana e torni acciaccata.

Io le ho risposto che sono acciaccata ma serena!

Perché cito questo scambio?
Perché stamattina mentre camminavo (e, quando mi ricordavo dei dolori, ogni tanto zoppicavo), mi è venuto in mente uno scambio con alcuni colleghi qualche mese fa.

Stavamo preparando la risposta ad una gara, ovviamente con il tempo ricavato "on top" a quello lavorativo e a quello "on top delle altre cose seguite on top"... Tradotto "on top al quadrato"!

Una diceva: sono stressatissima. Ho sempre mal di testa, ora ho qualche problema al cuore, e... (altre cose non le ricordo, ndr). Tutto perché non riesco a fermarmi. Mi sto ammalando e manco vado dal dottore.

L'altro risponde: figurati io ho già fatto un piccolo infarto, e ora ho problemi di gastrite forte, ernia ... (non ricordo più la lista, ndr).

L'altra ha risposto: cavolo sei più avanti tu. Avrai più casini di me al lavoro!!! Comunque, se continuo così, ti raggiungo presto!

Io ascoltavo, attrice protagonista di questo consumo della salute per l' "on top al quadrato", e ho detto loro: non staremo sbagliando il tipo di medaglia d'onore da apporci al petto?
Le malattie davvero misurano il nostro lavoro?
Tutti poi abbiamo sorriso per la battuta.

Ma amici miei, non c'è  un 《beep》 da ridere!!!

Io torno acciaccata ad un polpaccio: tempo di guarigione = due pomeriggi sul divano!
Ma torno pulita dalle medaglie dell'"on top".... almeno per un pò.

Riuscirò a non collezionarne più e, se possibile, lavorare per l'equilibrio di chi lavora con me?

Franci

Da Ribadiso a Pedrouzo: su chi puntare

Questa mattina ho fatto quasi 23 km tutti di fila. Solo una pausa pipì-caffè intorno all'undicesimo km.

Non sono brava, solo i muscoli diventano più resistenti.
Chi resiste meno sono i piedi che devono reggere lo zaino e me (non da poco).
Non parlo del tallone e della contrattura. Parlo in generale.

A proposito di me, immaginate i miei poveri piedi a portarmi in giro. Faccio loro i miei complimenti.
Sono stati bravi.
No fiacche. Solo i talloni un pò stanchi...

Apro questo tema: quando ho iniziato a dire che andavo a fare il Cammino, diciamo che non tutti sono stati incoraggianti.
Non per l'esperienza in sé  (da tutti apprezzata), ma per il mio scarso allenamento e la stazza.

Questo ovviamente non ha fatto altro che "incarognirmi" di più.
E sono partita.
E l'ho quasi finito, infatti domani arrivo a Santiago.
Certo ne ho fatto metà circa, non tutto, ma è comunque una bella prova fisica e mentale.

Qui ci sono persone di ogni età che camminano e fanno la mia strada!
Magari si fanno portare lo zaino e alcuni tratti più brutti si fanno aiutare, ma provate a pensare voi a fare passeggiate di 30km a 85 anni e per molti gg consecutivi!
A dormire per gg in ostelli, senza comodità, e con l'essenziale che per alcuni sono medicinali,  macchine per l'ossigeno, tutori, stampelle!!!

Sapete perché parlo di questo?
Perché ho pensato che a volte siamo più bravi a scoraggiare che ad incoraggiare.
Siamo più bravi a non credere che a dare fiducia.

Si dà facilmente fiducia ai cavalli di battaglia, a quelli tosti, bravi e sicuri.
A quelli "meno qualcosa", no!

Ohi la mia non è una ripicca o un sassolino nello scarpone da togliere, ma è un messaggio anche per me sul fatto che dobbiamo imparare a credere che tutti possono essere vincitori di mete che possono raggiungere, se ci credono e se c'è chi fa il tifo per loro!!!

Non posso scalare l'everest. Non ne ho le doti, preparazione e voglia.
Ma quasi 400km in meno di due settimane li posso fare!

Il messaggio è per me Franci,  per me come manager, per me come persona che ha a che fare con tanta gente: incoraggiamo a camminare, a non stare mai fermi, a rischiare di vedere cose migliori e diventare migliori.

La riflessione è per tutti. Nessuno escluso.
Anche per chi ora fa passi da formica!

Prima Silvia S. mi ha chiesto i km totali percorsi.
A oggi sono circa 360 in 12gg, ma sono solo la somma di tanti piccoli passi da 65cm circa.

Nulla di più.
Qui ho imparato ad apprezzare il Micro per capire il valore del Macro.

Un bacio da 17km da Santiago.

Franci

giovedì 28 maggio 2015

Il nostro corpo

Premessa: io sono la persona meno adatta per parlare della cura del corpo.

Sono tra quelle considerabili quasi a livello "cosa 《il corpo》? Sarebbe?"

Eppure qui sul cammino non puoi fare a meno di questa macchina che ti permette di vivere un'esperienza tanto bella.

È  la stessa macchina che tutti i gg ci farebbe vivere esperienze più belle.

Spesso ce ne accorgiamo quando si rompe.
Per me che mi occupo di manutenzione è un pò come il calzolaio con le scarpe rotte: non faccio manutenzione normalmente.

Durante il cammino si è costretti ad un pò di manutenzione: cura dei piedi, delle ferite, delle punture,  delle scottature.

Attenzione alle contratture etc

Pomate di ogni tipo e uso.

Quando si cammina da tanto i piedi e le giunture fanno male.
Le spalle sentono il peso di ciò che ci portiamo addosso (la mochilla, zaino, la nostra casa).

Quando si fa una bella doccia calda sembra che tutta la stanchezza scorra via con l'acqua.

Quando si arriva si sente un pò freddo per la stanchezza.

Durante il gg si suda per il caldo.
Occhiali da sole per il forte sole che inizia verso le 11.

Il freddo del mattino quando si parte.

La sensazione di equilibrio quando si beve acqua perché si ha sete.

Molte delle emozioni partono dal corpo o almeno il corpo ne parla e qui c'è il tempo per ascoltarlo.

È un pò il nostro tempio ma non sempre ce ne prendiamo cura.

A volte solo esteriormente.
A volte manco quellom

Beh vi dico una cosa: questo posto oggi è così bello che se avessi avuto qualcosa di elegante da mettermi e dei trucchi mi sarei sentita meglio, al mio posto, avrei onorato tanta bellezza.

E chi mi conosce sa che normalmente sono più "pratica" che "curata".

Ma si può stare in mezzo a tanta bellezza con le crocs?

Avete ragione, NO.
Ora sto un pò sul prato, al sole, a piedi nudi (ma prima controllo se le mucche sono passate proprio lì).

Franci

Odori

Allora, parliamo di questo argomento: odori!

Lo generalizzo un pò ma è una cosa fondamentale che chiede la giusta attenzione.

In questi 300km circa a piedi con tanta gente penso di aver sentito molti degli odori possibili.

Odori poco piacevoli
- zona scarponi negli ostelli
- quando prima di lavarti metti tutte le cose usate nel solito "sacchetto delle cose sporche"
- al mattino quando esci per andare a lavarti denti e faccia in bagno e quando rientri nella camerata usata da almeno 24 persone di notte (e non tutti si docciano,  specie un francese di cui non riesco a liberarmi mai) ti chiedi perché non hai già portato fuori tutto... Odore di tanta umanità
- i passaggi vicino alle fattorie in paesini di 1-2 case
-un recente passaggio di mucche o maiali o cinghiali dove proprio stai passando tu
-tu dopo una giornata di sudore...
- il miscuglio di creme/pomate/medicinali usati dai "pelle" per alleviare sofferenze varie
- il profumo usato da una coreana che se lo mette tutti i santi gg e a me fa schifo
- il mio sapone di Marsiglia per lavare ogni cosa e che rende tutto secco, come i miei capelli appena convertiti al rasta.
Non lo userò mai più se mi sarà possibile!

Odori fantastici artificiali
- io, post doccia
- i panni usciti dalla lavadora
- la MIA pomata di Arnica
- il cibo quando ho fame

Odori fantastici naturali
- km di lavanda
- km di gelsomini
- km di ogni fiore bellissimo lungo il cammino
- km di erba appena tagliata ( il percorso è curatissimo. Tagliano l'erba in continuazione sia sulla strada per i "pelle" che nei paesi da attraversare)
- boschi pieni di pini, di faggi, di querce, eucalipti, castagni, felci,  terra umida, rugiada
- km di fiumi piccoli e grandi attraversati

Ecco, non posso mandarvi una foto degli odori.
Dovete provare ad immaginarli se volete, e comunque consiglio da buingustaia,  fate lo sforzo solo per quelli buoni.

Franci

Da Palas de Rei a Ribadiso: le meravigliose fatiche di ercole

Il percorso di oggi era facile e bellissimo.
Un pò lungo ma davvero fattibile.

Ci hanno comunque messo qualche effetto speciale tipo delle salite che non ti aspettavi per nessun motivo al mondo e lunghe, e quando te le trovi vorresti un pezzettino piccolo dinamite per spianare quel chilometrino al 9% di pendenza, ma pazienza.
Ovviamente non sono mancate nemmeno km di discese.
Il resto tutti percorsi meravigliosi sotto bosco, in boschi di quece, castagni, poi  eucalipti altissimi.

Paseggiate davvero gradevoli e su terra e foglie, quindi morbido.

Ci sono stati pezzi su asfalto o sassi ma una piccola percentuale.

Sono partita con una contrattura al polpaccio e tallone infiammato della gamba destra,  e ho camminato così per 27km.

Una fatica bestia... per me.
Ma rispetto alle bellezze viste, il dolore era assolutamente sopportabile.
È anche vero che la mia soglia di dolore è da sempre abbastanza alta, ma qui la  bellezza ed il senso di libertà, ti alleviano ogni cosa.

Mi sono chiesta perché ho faticato tanto mentre potevo fermarmi a Melide (15km), mangiarmi da Ezechiele il miglior pulpo della Galizia e domani farmi gli altri 15 km. Un solo gg in più.

Ci ho pensato per diversi km.
Ma la voglia di arrivare a Santiago si sta facendo forte, come una calamita che piano piano avvicini a del ferro.
Prima attira poco,  poi improvvisamente non fermi più nulla! Attira senza più ostacoli.

Così è santiago oggi per me.
Dista solo 40km. Domani 22km e dopo domani 18.

Tutti qui zoppicano,  oppure hanno i piedi conciati, o le spalle a pezzi dallo zaino, o bruciature dal sole.

Anche i giapponesi-Mazinga Zeta stanno perdendo pezzi di sanità fisica.

Eppure ci si ferma solo per cose che non ti permettono di continuare (slogature, rotture, febbre alta, e comunque certificato da un medico),  come se la maggiore fatica aumentasse il valore del percorso che si sta facendo.

Non credo si tratti di autolesionismo.
Direi piuttosto "dare un valore forte al percorso e significato che ognuno ha dato a questo cammino".
Si sa che quello che è gratis lo consideriamo poco!
Chissà se sono riuscita a spiegarmi.

Ho deciso di fermarmi comunque 3km prima della tappa che mi ero prefissata per due motivi:
- non voglio rendere impossibile il resto del cammino forzando troppo la gamba
- il posto dove mi sono fermata è in mezzo a boschi di eucalipto e faggeti, in una struttura municipale quasi nuova,  ricavata da case antiche e molto ben fatta.
Le mucche girano appena fuori dalle docce e mentre ti lavi i denti si affacciano dalla porta con il muso a vedere cosa succede.

Si sentono solo voci di "pelle" (=pellegrini abbreviato... qui è una parola molto usata... cost saving), cicale, uccelli cantare ed il fiume che scorre.
Odore di eucalipto ovunque.

Immaginate come mi manca la tangenziale est alle 7.30 del mattino.

Non ho fatto tante foto perché i boschi sembrano tutti uguali.
Ve ne lascio alcune, non troppo selezionate.

Franci

P.S. le statue iniziali che forse vedete poco sono un pò ovunque, più belle o brutte, non importa, ma spesso indicano la direzione di Santiago.